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Corsi contro il bullismo a scuola

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Il bullismo è una cosa seria

Venerdì 26 gennaio, insieme al capogruppo di Milano Popolare Matteo Forte e al presidente del Municipio 5 Alessandro Bramati, nel corso di una conferenza stampa, abbiamo presentato una delibera a Palazzo Marino sull’introduzione di corsi dedicati alla lotta al bullismo, cyberbullismo e a tutte le forme di discriminazione.

Deborah-Giovanati-Matteo-Forte-Alessandro-Bramati
Conferenza stampa a Palazzo Marino

È fondamentale, però che tali corsi sottostiano a particolari condizioni, in particolare nella delibera abbiamo messo in evidenza tre criteri che vanno rispettati per proporre tali corsi:

  • il rispetto della libertà di educazione dei genitori: bisogna garantire a questi ultimi “processi di consenso informato”
  • garantire un “pluralismo culturale” che sia realmente tale, rispettando la libertà di scelta dei genitori e che avvenga nel rispetto del impianto costituzionale italiano

In particolare questa delibera nasce da alcuni fatti accaduti nella mia zona 9, che mi sono stati riportati da alcuni genitori che mi chiedevano un intervento. In particolare, in due scuole medie sono stati tenuti due corsi sul bullismo, che in realtà si sono rivelati essere dei corsi sulla sessualità anche omosessuale organizzati da Arcigay. I genitori si sono sentiti così raccontare alcuni aspetti dai propri figli che li hanno lasciati spiazzati, e che non sapendoli anticipatamente, non hanno potuto tenere in conto quando hanno acconsentito alla partecipazione dei figli.

Cosa è accaduto

Infatti ai genitori questo corso era stato presentato semplicemente come un modo per trattare il tema del bullismo e le discriminazioni di genere, mentre invece sono stati trattati abbastanza dettagliatamente temi sulla sessualità, con la sequenza che i figli sono tornati a casa ponendo molte domande sul tema. Cosi facendo si è tolta la possibilità ai genitori di decidere come e quando trattare nel modo che questi ritenevano più giusto e adeguato temi così delicati e importanti con i propri figli, appena adolescenti.

Inoltre, quando i genitori mi hanno dato e circolari in cui si invitava la partecipazione dei ragazzi per il corso, si annunciava la partecipazione, come relatrice, sul tema del dialogo interreligioso, la consigliera comunale del PD Sumaya Abdel Qader, senza però fare menzione alcuna alla critica politica da questa rivestita, ma presentandola come scrittrice.

Questo fatto ha provocato diverse critiche e reazioni da parte dei genitori che non sapevano del ruolo politico ricoperto dalla stessa, e che erano assolutamente contrari al far entrare la politica nelle scuole, senza lasciare spazio ai genitori di poter intervenire.

Io sono fermamente convinta che quello che è accaduto sia sbagliato, e lo affermerei con uguale forza, anche nel caso fosse avvenuto da un evento della mia forza politica, perché innanzitutto va garantita la libertà del genitore di sapere esattamente che tipo di proposta la scuola fa ai propri figli, per decidere in piena libertà se aderirvi e come, fornendo ai genitori tutti gli strumenti necessari per trattare temi così delicati come ritengono più giusto. Su tutto deve predominare la libertà educativa dei genitori sempre!

 

 

 

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