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La spina dorsale d’Italia

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La famiglia è quella cosa che ti ci ritrovi dentro senza volerlo.

Non è perfetta, ogni tanto è faticosa, piena di imperfezioni, (vabbé potrebbe essere diversa? guardiamoci un po’) e magari hai pensato di mandarla al diavolo.

La famiglia non te la scegli. La famiglia non te la dai. La famiglia è.

Non è un valore, non un’idea, non un’ideologia.

E’ un fatto come il sole al mattino che sorge. Magari la tua famiglia non è più quella in cui sei stato generato e sei stato accolto da altre persone che puoi chiamare mamma e papà. Magari la tua famiglia è diventata la tua comunità, dove hai incontrato persone che ti hanno detto “ti voglio bene”.

La famiglia è fatta da nonni, zii, nipoti, figli e figlie, mamma e papà che in caso di bisogno da sempre si danno una mano. Quanto in questo tempo ne abbiamo avuto bisogno! Aiuto morale e materiale, dai diciamolo, nonostante i trentanni di gran lunga superati, senza le paghette che ogni tanto con generosità arrivano dai nonni la strada sarebbe un attimo più complicata.

Gli esperti tutto questo lo chiamano welfare familiare, dal lavoro di cura, all’aiuto allo studio, al sostegno del bisogno economico. Io la chiamo la “Spina dorsale d’Italia”.

Apriamo gli occhi, guardiamoci attorno, guardiamo che cosa accade al vicino, al collega di lavoro, ai nostri amici.

La solitudine imperante porta al suicidio della società. La mancanza di relazioni è uno dei più grandi drammi della nostra epoca. Si lavora e si torna a casa, soli. Si invecchia, soli. Si mangia da soli. Si viaggia da soli. Si va al cinema da soli. Sempre più, come degli automi in balia del tempo che passa. Del tempo che non intendo prendere in mano per farne qualcosa di buono, per costruire un pezzo in più di questa società. Soli verso tutto e tutti.

Si stima che in Italia ci siano 8,5 milioni di persone sole (40 % vedovi, 39% celibi o nubili, 21% separati) mentre più di una famiglia su tre 31,6% è composta da una sola persona.

Secondo l’ultimo rapporto annuale Istat circa 3 milioni di persone dichiarano di non avere una rete di amici, né una rete di sostegno, né partecipano ad attività sociali organizzate.

Le grandi città non aiutano certamente le relazioni tra le persone e la “solitudine subita” (non scelta) arreca danni alla società intera. Basta vedere i numeri in continuo aumento dell’utilizzo di psicofarmaci.

Senza la famiglia l’Italia non ha possibilità di crescita, sia per la capacità generativa delle nuove generazioni, sia per quella rete di cura che solo lei riesce a mettere in campo. Fare una famiglia è il più grande compito che ci è stato affidato, anche se dappertutto si percepisce l’esaltazione dell’uomo e della donna soli e affermati, ma poi nella realtà tristi e disperati.

La Politica non può rimanere indifferente al grido che si sta alzando. Non si può più rimandare. Il tempo per la crescita dell’Italia è terminato se non si decide da che parte stare: con le famiglie e con chi rischia nella realtà o dall’altra parte?

SE AMI L’ITALIA AMI LA FAMIGLIA