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Milano 2021. Prospettive future.

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L’hanno chiamata Lady Niguarda; assessora a Municipio 9, al suo esordio politico fu una rivelazione: candidata con Milano Popolare a sostegno di Stefano Parisi, fu la più votata della zona 9 facendo il pieno di preferenze: quota 624. Avvocato, madre di tre figli, in questi anni si è spesa in politica, nel suo quartiere, fra una commissione e l’altra, accompagnando i bambini a scuola, ascoltando la gente. Ora si cambia. Una novità che era un po’ nell’aria, almeno fra gli addetti ai lavori: “Al Consiglio di Municipio 9 ho da poco comunicato il cambio di gruppo dal  Popolare per Parisi Sindaco a quello della Lega. Ho rimandato al Presidente di Municipio la decisione sulle mie dimissioni da assessore del Municipio 9 in quanto ero in quota a Milano Popolare. Non voglio che questo passaggio crei tensioni nel mio Municipio. Mi piacerebbe portare a termine la mia consigliatura prima dell’estate e se sono tutti d’accordo sono disponibile a rassegnare le mie dimissioni ”.

Giovanati, che cosa significa questo cambio?
È il passo per la valorizzazione del lavoro iniziato in Municipio 9.

Quanto tempo ha impiegato per giungere a questa scelta?
C’è stato un dialogo con i referenti della Lega per la città di Milano dove ho trovato accoglienza, apertura e convergenza sui temi cui sono legata.

Ha mai avuto qualche dubbio sulla decisione di passare alla Lega?
Quando ho capito che questo era il modo per continuare a lavorare e incidere sui temi che ho più a cuore, per me la strada era segnata. Ho sempre avuto molta stima degli amministratori della Lega di Milano, quindi è stato un percorso abbastanza lineare. Rinnovo la mia stima con chi è rimasto in Noi con L’Italia e spero in una continuazione della convergenza sui contenuti.

Quali sono i temi più caldi per cui vorrà ancora impegnarsi?
L’educazione, la famiglia, l’attenzione ai più bisognosi e alla disabilità.

C’è però un’obiezione che si potrebbe muovere. I valori della Lega non sono distanti dal mondo cattolico?
Consiglio a tutti di confrontarsi con gli amministratori della Lega: tanti giudizi che girano sul partito sono in realtà dei pregiudizi. Bisogna giudicare le azioni.

Parliamo di un tema concreto: l’accoglienza ai migranti…
Su questo punto dico: teniamo aperto il dibattito. Io non sono d’accordo con la sinistra che chiede di accogliere tout court. Il risultato è che vediamo accadere dei disastri umani sui nostri territori. L’accoglienza non deve diventare uno slogan, ma deve comportare delle azioni. Favorire l’immigrazione clandestina – come dice la Lega – conduce a uno sfruttamento delle persone. Io, su questo, sono pienamente d’accordo.

Sui social lei è molto battagliera e critica il Comune di Milano per certe politiche. Per esempio le piste ciclabili… È uno dei suoi cavalli di battaglia.
Il decoro urbano e la disabilità sono fra i temi che mi stanno più a cuore, oltre a quelli che ho citato prima. Io non sono contraria a una mobilità più flessibile. Io stessa mi muovo con la bici elettrica perché mi aiuta a pedalare, ma c’è bisogno di un piano reale. Sono per l’integrazione fra le varie mobilità, ma non si può tracciare linee a casaccio nella città che sono pericolose per gli stessi ciclisti e hanno l’effetto di congestionare il traffico rendendo impossibile la vita a coloro che si devono muovere nel quartiere.

Quali sono i punti più critici della città?
Il restringimento della carreggiata in viale Zara. In pratica in piazzale Lagosta si concentra il traffico in uscita verso il Nord Milano. Via Pola attraverso piazzale Lagosta fino a via Alserio è un ingorgo unico con chilometri di auto incolonnate a causa della corsia per le bici che ha ridotto la carreggiata.
Sono in difficoltà proprio le direttrici principali della città. La strategia del Comune di Milano è la seguente: ti faccio diventare impossibile viaggiare in automobile dentro la città, ti porto all’esasperazione fino al punto di costringerti ad abbandonare l’auto. Ma questa è l’imposizione di una visione in modo anche abbastanza violento, non è accompagnare i cittadini verso una transizione ecologica che dovrebbe riguardare non solo Milano, ma tutta la città metropolitana.

Soluzioni?
Guardare  alle grandi città come Parigi o Londra. Collegare per esempio tutti i quartieri con i mezzi pubblici di superficie. Ad esempio, solo fino a qualche mese fa – anche dopo le richieste di Municipio 9 – è stato introdotto il servizio di un autobus che arriva al Pronto Soccorso dell’ospedale Niguarda. Sì alla mobilità dolce, ma l’obiettivo è non rendere impossibile la vita ai milanesi e a tutte le persone che si recano a Milano per lavorare.

Torniamo alla sua decisione. E ora cosa succede?
Si va alle elezioni! (Risata).

Come giudica le amministrazioni del Nord Milano?
Vedo una certa vivacità. C’è stato un cambio di passo che auspico anche per Milano.

Quali sono le priorità per un politico?
Basterebbe fermarsi e ascoltare la gente, non solo in periferia. Attenzione ai presìdi del territorio, cura del territorio e supporto agli enti del terzo settore che operano nelle politiche sociali della città. Milano dovrebbe diventare il modello dell’abbattimento delle barriere architettoniche, dovrebbe essere l’esempio per tutte le città. Le Olimpiadi e le Paraolimpiadi potrebbero essere un’occasione per la città di diventare modello su questo. Occorre un piano straordinario sulla manutenzione scolastica. In questi anni si è avuta poca attenzione sull’edilizia comunale e oggi raccogliamo i cocci. Scoppia un temporale, si allagano le scuole. Abbiamo problemi di sicurezza e di incuria.

Che sindaco sogna per la città?
Sogno un sindaco che in questi anni non pensi solo a una posizione personale, ma che si tiri su le maniche, si dia da fare e costruisca attorno a sé una squadra che possa rinnovare veramente la nostra città e rilanciarla. Poi, se proprio non c’è nessuno, io mi metto a disposizione! Scherzo, ovviamente.