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Autore: Deborah Giovanati

Intervista a Deborah Giovanati: una mamma ai tempi del Coronavirus

https://www.milanopost.info/2020/03/07/intervista-a-deborah-giovanati-una-mamma-ai-tempi-del-coronavirus/

di Luca Rampazzo

Deborah Giovanati è una coraggiosa, giovane madre che combatte contro una malattia neurodegenerativa ed è Assessore nel Municipio 9 di Milano. Ed ora deve gestire la chiusura delle scuole con i suoi tre figli a casa. La sua è una bella storia di resilienza che va sicuramente ascoltata.

Parlaci della tua famiglia, hai tre bambini, sei assessore del Municipio Nove a Milano. Insomma, un bel po’ da fare, no? Come si fa a tenere dietro a tutto?

Normalmente in tutti questi anni ci siamo molto autogestititi. Io ho lasciato il lavoro, come assessore dedico la mattina ai cittadini ed il pomeriggio lo lascio ai bambini., con la sera esco per commissioni municipali ed altro. Mio marito è un libero professionista con la responsabilità d’impresa e dei collaboratori. Abbiamo tre figli di nove, sette e cinque anni: tutti tra elementari e scuola materna.

Poi è arrivato il Coronavirus, cosa ha comportato nella famiglia Giovanati?

Ha comportato che i bambini stanno a casa, prima di tutto. Ed io non posso uscire per problemi di salute, ho la Sclerosi Multipla e prendo una terapia che comporta l’abbassamento delle difese immunitarie. I miei genitori lavorano e sono di Cremona, quindi si trovano in una zona difficile. Mio padre è stato in isolamento. I miei suoceri aiutano i miei cognati che fanno più fatica a stare a casa, per cui in questa gestione è tutto sulle mie spalle. Ma non me ne lamento, ci siamo divisi i compiti con mio marito.

In tutto questo il grande assente è lo Stato che non sta erogando i servizi di base, cosa servirebbe oggi alle famiglie numerose?

Non da oggi, ma da ieri, mancano le tutele per le Partite Iva con figli. Se anche io avessi lavorato, come in molti altri casi di amici, magari con i figli alle paritarie, con una retta da pagare e la babysitter sarebbe stato davvero difficile arrivare a fine mese. Servirebbero sgravi fiscali a tutti i livelli, dalla tassa sui rifiuti all’IRPEF, alle detrazioni per le spese dei figli. Poi c’è la questione di libertà educativa, non potersi più permettere la scuola paritaria significherebbe ledere il diritto alla libertà educativa.

Quindi il welfare che volete ce l’avete già in casa e non ne chiedete altro.

Sì ci accontenteremmo che lo stato ci lasciasse la libertà di mettere i nostri figli al primo posto almeno durante le emergenze, lasciandoci tenere i soldi che guadagniamo e risparmiamo con tanta fatica. Non ci sembra di chiedere troppo.

Come si vive questo momento di difficoltà concretamente.

La sfida di oggi è quella di ritrovarsi con i bambini, standoci davanti davvero. Per noi la scuola non è mai stata un parcheggio, ma per far crescere oggi dei bambini ci vogliono molte figure e con molti ruoli. Il tempo della scuola è, o era, anche un tempo per loro. La ricchezza che un genitore produce, in termini di relazioni ed esperienze vissute fuori di casa, poi si riflette sui figli, queste relazioni esterne oggi vengono meno. Non è tempo di vacanze. Rischia di essere un tempo di impoverimento. Cerchiamo di impostargli dei tempi fissi per non fargli perdere il senso del ritmo e gli ripetiamo sempre che questa non è una vacanza. C’è un tempo per ogni cosa e questo non è certo quello della villeggiatura.

Poi viene a mancare il rapporto con gli amici, come risolvete questo problema?

Risolviamo con delle video chiamate, anche con i nonni di Cremona o i cugini. Ho l’ansia terribile delle reazioni scomposte dei vicini, non posso lasciar giocare troppo i bambini perché non vanno al parco. Per cui loro vorrebbero fare le stesse cose in casa, ma io temo sempre che facciano troppo baccano.

Quindi stanno sempre in casa?

Ma no! Sabato scorso mio marito li ha portati tutto il giorno al parco poi martedì un’altra ora e mezzo con un’amica. Ma per loro che erano abituati a stare sempre fuori è un cambio radicale di prospettiva. Va però detta una cosa: loro si fanno tanta compagnia, hanno scoperto i fratelli ed il rapporto familiare. Tra un litigio e l’altro, quanto meno. Si fanno forza tra di loro ed è una cosa davvero bella.

Ma i bambini hanno paura?

Loro sanno, lo sapevano del Coronavirus anche prima della crisi attuale, chi mi fa più domande è quello di 9 anni. Mi ha chiesto se si possa morire. Non è comunque fobia, è solo un po’ di preoccupazione. Si fidano dei genitori. È l’esempio che fa molto. Certo, bisogna spiegare le cose ai bambini con linguaggio adatto ma poi, come in tutte le circostanze e non vale solo per i bambini, è l’esempio che conta!

Milano, Deborah Giovanati soffre di sclerosi: “Non fatemi scegliere tra la vita e la morte”

La vicepresidente del Municipio 9 in una lettera aperta al quotidiano La Verità: “Ricercate soluzioni perché soffra di meno”

Caro Direttore, sono una donna, moglie e mamma di tre bambini. Ho 36 anni. Ho la sclerosi multipla. Una situazione irreversibile, come dice la Corte costituzionale nel testo con cui i giudici dichiarano non punibile ai sensi dell’ articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni, chi agevola l’ esecuzione del proposito di suicidio. La mia è una malattia fonte di sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili. Qualcuno può dire il contrario? Attualmente ho ancora piena capacità di intendere e di volere e di agire. Rivesto anche una carica politica, essendo vicepresidente e assessore all’ Educazione e welfare del Municipio 9 di Milano.

Da oggi mi posso recare in un qualsiasi ospedale del servizio sanitario nazionale e chiedere la morte. Sì, la morte, magari smettendo di mangiare e bere o rifiutando cibo dalla mensa dell’ ospedale, e con una bella sedazione profonda aspettare il sonno eterno. Chi me lo potrebbe impedire? La vita è mia e me la gestisco io, a spese dello Stato, sia chiaro. Poi certo, è più economico per i contribuenti pagare del personale che si presti dentro procedure standardizzate e legali ad agevolare i miei propositi di suicidio, piuttosto che continuare a sostenere il costo delle cure per la mia malattia irreversibile per chissà ancora quanti altri anni.

È un’ ironia amara la mia, su cui c’ è poco da scherzare. E mi scendono le lacrime, perché chi soffre per una patologia irreversibile non ha bisogno di essere messo di fronte a una scelta secca: optare per la morte come via di soluzione dei problemi o prolungare nel tempo sofferenze fisiche e patologiche intollerabili. Non è così. Noi vogliamo la vita! La vita amata fino alla fine. Ricercate soluzioni perché io possa soffrire di meno, ricercate cure per la mia patologia, ma non abbandonate le persone come me davanti all’ opzione di continuare a vivere una sofferenza ritenuta senza senso o scegliere di morire”.

https://www.tgcom24.mediaset.it/politica/milano-deborah-giovanati-soffre-di-sclerosi-non-fatemi-scegliere-tra-la-vita-e-la-morte-_3234257-201902a.shtml

La mobilità a Milano non è per tutti

Non tenere  conto delle persone con disabilità nel rifacimento di un piano sulla mobilità risulta essere di fatto una violazione della Convenzione della Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, che prevede esplicitamente la promozione dell’autonomia e la realizzazione dell’integrazione sociale delle persone con disabilità.

L’abbattimento delle barriere architettoniche è UNO dei modi per non discriminare queste persone. 

Si dipingono sulle carreggiate nuovi parcheggi per le persone con disabilità senza che gli stessi presentino i requisiti minimi di sicurezza. Non si pensa agli scivoli per il raggiungimento dei marciapiedi. Non si pensa neanche agli attraversamenti per le persone ipovedenti. Le persone con disabilità continuano ad essere private della loro possibilità di movimento nella città di Milano.

Milano altro che inclusione, una città per pochi.

La scuola rimane chiusa e i centri estivi?

Riapre tutto tranne la Scuola. Il caso tutto nostrano.

Con grandi ritardi, come se fosse il settore che è possibile dimenticare, l’unico che possiamo permetterci di lasciare per ultimo – tanto che vuoi che sia l’educazione dei nostri giovani?!! – escono le linee guida per la riapertura dei centri estivi e le indicazioni del Comitato tecnico scientifico sulle riaperture di settembre.

E le perplessità rispetto alle aperture  dei centri estivi aumentano. E’ vero i nostri figli, finalmente, potranno rivedersi con qualche amico, rivedere volti di adulti che non siano mamma e papà, fare attività all’aperto, ma……

Se possiamo aprire i centri estivi perché NO alle attività delle scuole dell’infanzia, NO ad un ultimo giorno di scuola, NO ad attività libere per rivedere le proprie maestre e compagni.

Peraltro, è evidente che chi ha scritto le regole dei centri estivi non ha mai messo piede in un oratorio o in un centro aggregativo. Complicazioni a livello burocratico a non finire: chi vuole organizzare qualcosa deve presentare al proprio Comune  il progetto affinché sia approvato, con indicazioni di spazi, accoglienza, gioco, mensa, servizi igienici e le attività che verranno svolte. In pratica bisogna presentare un prospetto in cui si indica la road map day by day, un vero delirio. Regole per complicare, anziché sostenere e incentivare!

Le famiglie pagheranno, forse se riusciranno spenderanno il bonus baby sitter per i centri, ma non basterà e spenderemo, se potremo, per il bene dei nostri figli.

Dimmi dove spendi i soldi e ti dirò chi sei”. Si potrebbe riassumere così il motto di un governo che spende i Soldi per Alitalia e non per scuole e famiglie.

Per non parlare della costante discriminazione di chi manda i figli alle scuole paritarie. Un paese che non comprende ancora il valore della libertà educazione da parte delle famiglie dove vuole andare?

Chi difende a spada tratta  l’unico sistema di istruzione che dovrebbe esistere (per loro), cioè quello statale, dovrebbe profondamente vergognarsi per le enormi difficoltà in cui versa. Non avete mai fatto niente per la scuola e ora reclamate (ancora) il sistema unico! Basta andare a farsi un giro nelle scuole per capire di che cosa si sta parlando. Non di certo facendo chiudere le scuole paritarie questa situazione potrà migliore, al contrario dovremo essere pronti al baratro del sistema scolastico italiano.

Ci vuole una nuova audacia, con adulti così spaventanti non andiamo lontano.

Aspettiamo a commentare le aperture di settembre, anche se quanto scritto dal Comitato Tecnico Scientifico inizia a far tremare le gambe a chi deve organizzare la ripresa…#StayTuned

Un’opportunità per Milano

La Conferenza dei Sindaci – Sezione Milano

E’ il luogo per la programmazione territoriale con AST/ASST di competenza per produrre proposte in merito all’organizzazione territoriale dell’attività sociosanitaria e socioassistenziale.

Uno strumento fondamentale per affrontare questa emergenza Covid 19.

Il Sindaco di Milano sembra essersene dimenticato, perchè solo da lui può essere convocato. Potremmo aver già avviato da tempo i lavori tra Regione Comune ATS/ASST e Municipi per progettare i nostri servizi territoriali, invece è ancora tutto fermo al palo.

Per questo in consiglio di Municipio 9 ho presentato, con il mio collega Roberto De Lorenzo, richiesta al Sindaco di convocazione immediata della conferenza. MOZIONE De Lorenzo +Giovanati – punto 4

Speriamo che non rimanga lettera morta, i nostri cittadini meritano un lavoro serio da parte nostra attivando tutti gli strumenti a disposizione

Giornata Mondiale Sclerosi Multipla #WorldMsDay

30 maggio 2020

Oggi è la Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla e quest’anno è ancora più  significativa per sfidare tutte quelle barriere che in questo momento di emergenza rischiano di far sentire sole e escluse le persone con SM.

La compagnia di Aism (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) è stata importante, mi hanno chiamato per sentire come stavo e mi hanno supportato con i loro volontari per recuperare il mio farmaco dall’ospedale. Un servizio territoriale fondamentale rivolto a chi deve rimanere a casa isolato per ragioni di salute.

L’iniziativa di Aism e la grande generosità dei suoi volontari , come anche di quelle di tante altre associazioni, non è scontata e deve essere tenuto presente nello sviluppo di un welfare comunitario delle nostre città.

Ci sono ancora tanti passi da fare per evitare l’esclusione dalla società di chi ha una fragilità. Dalle barriere architettoniche che imperano sulla nostra Milano, ed è per questo che mi scaglio con veemenza verso le follie recenti sulla mobilità dell’amministrazione milanese, che non tiene conto di chi ha una disabilità, alle risorse messe in campo non solo economiche, ad ogni livello, nazionale, regionale e comunale.

Non per ultimo, dovremmo smetterla di complicare la  nostra vita con numerosi adempimenti burocratici, più estenuanti che utili.

Non siamo supereroi, siamo persone a cui è stata messa davanti una salita, noi la stiamo percorrendo e chiediamo di darci una mano per evitare inciampi inutili.

Abbattiamo gli inciampi inutili.

Tavolo territoriale per le Politiche sociali e Servizi alla Persona

Approvata dal Consiglio di Municipio 9 la delibera che istituisce il Tavolo Territoriale per le Politiche Sociali e Servizi alla Persona per l'analisi dei bisogni dei cittadini e con l'obiettivo di mettere in rete le risorse presenti per attivare soluzioni concrete alle necessità emergenti nel territorio.

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